domenica 5 ottobre 2008

Klotz cambia i cartelli - Un tocco di Sudtirolo

Klotz cambia i cartelli – Un tocco di Sudtirolo

In un cartello di saluto posto ai margini di una strada statale di un “attuale” (?) valico stradale di montagna, il movimento Süd-Tiroler Freiheit ha coperto il concetto di “ALTO ADIGE” con un adesivo recante la scritta di SÜDTIROL SÜDTIROLO
Ne ha dato notizia anche il “Corriere dell’Alto Adige” che nel numero di venerdì 3 ottobre 2008 sotto la titolazione

La provocazione
Klotz cambia i cartelli – Un tocco di Südtirolo
E pubblica la fotografia dell’evento: il cartellone con i tre protagonisti della “azione”, Christian Kollmann, Eva Klotz e Sven Knoll.

Il “Corriere dell'Alto Adige” così commenta:
«BOLZANO - Cancellare la dizione italiana «Alto Adige» per sovrapporre quella semi-tedesca «Südtirolo», accanto all'immutato «Südtirol», nei cartelli di arrivederci posti al confine della provincia.
È questa l'ultima provocazione pre-elettorale della «pasionaria» Eva Klotz, che nell'operazione di «restyling politico in tour» si fa aiutare da un paio di esponenti del suo partito, Südtiroler Freiheit.»

Inoltre: In un comunicato apparso sulla Tageszeitung del 3.10.2008 Cristian Kollmann, candidato al Consiglio Provinciale per la Süd-Tiroler Freiheit, ed esperto in toponomastica (vecchia nostra conoscenza) ha ritenuto necessario precisare in merito

Ÿ Alto Adige – Südtirolo

Si tratta dell’inizio di una “azione anti Alto Adige”
Con questa sua “azione anti-altoadige” la Süd-Tiroler Freiheit mira a realizzare quanto segue:
1. La Süd-Tiroler Freiheit vorrebbe richiamare l’attenzione non solo degli abitanti della nostra terra, ma anche dei molti turisti ignari che giornalmente passano sul nostro territorio, sul problema della toponomastica inquinata di fascismo, al cui vertice sta il concetto di “Alto Adige”.
2. La Süd-Tiroler Freiheit vuole richiamare l’attenzione sul fatto che la corretta traduzione del concetto Südtirol dovrebbe semmai essere “Sudtirolo”
3. La Süd-Tiroler Freiheit vuole ricordare che il concetto di “Alto Adige” riferito alla Provincia di Bolzano non viene usato né nell’Accordo di Parigi ché nello Statuto di Autonomia, essendo sostituito dalla più lunga forma toponomastica di Provincia di Bolzano”, rispett. “Provincia Autonoma di Bolzano”
Alla Süd-Tiroler Freiheit importa diffondere il seguente messaggio: Südtirol non è “Alto Adige”. L’Alto Adige è e rimane l’etichetta fascista della prima ora. “Südtirol è, semmai, “Sudtirolo”.

Fin qui la cronaca giornalistica.
Alla quale vorrei permettermi di contrapporre alcune considerazioni base, consolidate dall’approfondita analisi dei relativi concetti che Athesis già da quattro anni porta avanti su questo portale. E non me ne nascondo la difficoltà perché mai nella storia delle interpretazioni politico-storiografiche della nostra Heimat sono venute a cozzare fra loro enunciazioni e convinzioni non solo contrapposte, ma anche e soprattutto contraddittorie nei concetti fondamentali della nostra convivenza territoriale.
Proviamo a fissare alcuni punti per una comprensibile interpretazione degli atteggiamenti delle parti politiche ed etniche tirate in ballo.

1) “La provocazione

a) Un tocco di Sudtirolo”, “...un «restyling politico in tour» (Corr.AA);
= un giudizio positivo su una supposta rielaborazione politica e strategica della linea del Partito nei confronti degli italiani? NO: solo un maldestro esperimento, un povero espediente elettorale, nel tentativo di risucchiare, “fagocitare” i tanti elettori italiani che, irresponsabilmente, atteggiandosi a “sud tirolesi”, si sono lasciati strumentalizzare per una politica di acquiescenza al “dominum” della etnia südtirolese.

b) ... toponomastica inquinata di fascismo, al cui vertice sta il concetto di “Alto Adige”.
Pacatamente vorrei ricordare a Cristian Kollmann che il voler cancellare il toponimo di Alto Adige è un “vezzo” che fa parte ormai del DNA non solo della Klotz&Co, ma di tutto il mondo “politico” tradizional-attivista dei Südtiroler, che da anni e anni illumina la scena del nazionalismo sudtirolese.
Nulla di nuovo sotto il sole!

L’associazione culturale Athesis da quattro anni a questa parte mette quotidianamente il dito sulla piaga - che tanto più è una piaga, tanto più è una provocazione, quanto a fornircela sono oltretutto sempre più nostri cari concittadini di lingua italiana, in primis, “senza far nomi”, il nostro esimio, etrusco, Presidente del Consiglio Provinciale che nel suo libro “Südtirol Italia” si diverte ad usare solo e sempre il termine “Sudtirolo”, e poi anche certi editorialisti dei quotidiani locali ed anche gran parte dei media italiani ormai usano abitualmente questo termine, facendo così confermare una tendenza masochista: «L’uso sempre più frequente di “Sudtirolo” anche nella lingua italiana e i tentativi di ufficializzarlo non fanno altro che confermare il successo del nome»» ha scritto, del resto Hans Heiss.
Mi son già chiesto altrove: “Perché in lingua italiana l’opinionista del Corriere dell'Alto Adige ... usa il termine“Sudtirolo” e non “Alto Adige”?.
Mi pare (ma certamente sbaglierò) che i nostri fratelli Südtiroler non amino per nulla attribuire all’elemento linguistico italiano – non peculiarmente “Tiroler” e votato al Sacro Cuore o ammiratore di Andreas Hofer - un termine che finirebbe col considerare “echte Südtiroler” doc anche gli italiani qui immigrati nelle ultime generazioni, siano essi rodigini, volterriani, meridionali, o friulani ecc.
Oggi è molto chic, molto “à la page”, usare “Sudtirolo” (anche perché è più “sexi”, direbbe Kronbichler) al posto di “Alto Adige”. […]

Mi pare di ricordare che recentemente in un’intervista in nostro Landeshauptmann in persona, abbia affermato senza mezzi termini: “gli italiani di qui sono “altoatesini”: nessun italiano sia “sudtirolese”.
Non capisco molto dei sentimenti degli altoatesini di lingua italiana, ma non li ho mai sentiti cantare “Auf zum Schwur Tiroler Land, heb zum Himmel Herz und Hand!” o “ Wie ist die Welt so groß un weit...” o “Zu Mantua in Banden der treue Hofer stand...” ecc.

2. La Süd-Tiroler Freiheit vuole richiamare l’attenzione sul fatto che la corretta traduzione del concetto Südtirol dovrebbe semmai essere “Sudtirolo”
Mi permetto ricordare ad un esperto come Cristian Kollmann che il termine “SUDTIROLO” oggi ufficialmente non esiste. Scrive Hanns Heiss (“Tirol-Trentino/semantica di un concetto”)
Il Trentino, o Sudtirolo "italiano", era invece il complemento op­posto alla parte "autenticamente tedesca" della regione, un'area meno fedele alla nazione, popolata da nomadi senza radici e dall'aggressi­vità latente.
Nel romanzo sulla sua giovinezza, pubblicato nel 1969, Claus Gatterer (1924-1984), giornalista originario di Sesto in alta Pusteria, illustra elegantemente l'uso del termine "Südtirol" limitato al Trentino che si faceva nell'anteguerra: "[...] quando io ero bambi­no e mio padre e mio nonno, parlando di qualcuno, esclamavano 'ma quello è sudtirolese! intendevano che proveniva dal Trentino, dal Welschtirol.
Di là venivano gli ambulanti, gli esattori, gli agenti delle assicurazioni, i segretari comunali, talvolta i medici, i maestri e altri personaggi della burocrazia. Di loro si parlava con tono sarcastico (al contrario di come si parlava invece del vino “sudtirolese”, quel vino scuro e pesante), malgrado la maggior parte di loro parlasse il tedesco [ ... ]. Era inoltre opinione generale che avessero il coltello facile."

Nell’accordo fra De Gasperi e Gruber, firmato a Parigi il 5 settembre 1946 “non sono usati né i concetti di “Südtirol”, né quelli di Alto Adige. L’art. 1 recita:
«Gli abitanti di lingua tedesca della provincia di Bolzano ...godranno di completa e perfetta eguaglianza di diritti rispetto agli abitanti di lingua italiana...»
Si legge nella “Grande Enciclopedia della politica: La Südtiroler Volkspartei”:
«Circa se mesi dopo la firma di questo trattato, il progetto di Statuto elaborato dalla commissione costituzionale prevedeva, senza neppure aver informato la SVP, l’abbinamento delle due provincie di Bolzano e di Trento nella Regione autonoma...”.
Secondo gli organi di direzione politica della SVP si era operata una violazione dell’accordo, mentre secondo De Gasperi l’unione delle due provincie non sarebbe mai avvenuta contro la volontà dei sudtirolesi.
Il 24 agosto 1948 durante la grande assemblea della SVP a Merano il Segretario generale di quel Partito, Otto von Guggenberg, chiese a gran voce che venisse accettato il “Heimatrecht” (diritto di riconoscimenti di una propria patria) e che quindi la “provincia” non si chiamasse Alto Adige, ma Südtirol.... Il 17 dicembre 1947 la proposta era stata, con altre, consegnata al Prefetto di Bolzano da von Guggenberg ...

Prosegue Hanns Heiss:
«A questo punto la sotto commissione per gi statuti regionali ... si sarebbe risolta a significative concessioni. La provincia di Bolzano otteneva, infatti, l’aggregazione dei Comuni di Egna e Salorno ... Di primaria importanza, naturalmente, i riconoscimento, sottolineato sul Dolomiten del 20-21dicembre 1947, della denominazione tedesca della provincia, TIROLER ETSCHLAND, finalmente condivisa. Di qui la soddisfazione del giornale che, il 31 gennaio 1948, ammetterà il “sensibile miglioramento” del testo...”

Scrive Hanns Heiss:
"Tiroler Etschland" reintroduceva per la prima volta la radice "Tirolo" nel linguaggio giuridico-amministrativo, sebbene prudente­mente stretta fra "Trentino" e "Etschland". "Tiroler Etschland" aiuta­va a eludere il termine "Südtirol", ancora bandito dallo Stato italia­no. La questione del nome da dare alla provincia era già stata discussa all'inizio del settembre 1947, durante i colloqui preliminari sulla fu­tura autonomia che videro affrontarsi i rappresentanti sudtirolesi e il ministro degli esteri austriaco Gruber.
Di fronte alle resistenze da par­te italiana contro l'adozione di "Südtirol" quale denominazione te­desca ufficiale, Gruber osservò: "Al posto di “Südtirol”, che inevita­bilmente presuppone un complemento settentrionale, il “Nordtirol”, si potrebbe forse trovare un altro nome, come Etsch-Tirol o simili."
Alla fine del gennaio 1948, i rappresentanti sudtirolesi Erich Amonn, Otto von Guggenberg e Josef Raffeiner si trattennero a col­loquio con il ministro De Gasperi per oltre due ore; argomento del contendere era la ricerca di una denominazione ufficiale che risultasse ugualmente gradita all'Italia come anche ai sudtirolesi e all'Austria. De Gasperi si disse contrario a ripristinare il nome "Südtirol", soste­nendo che questa soluzione non sarebbe mai stata accettata dalla Co­stituente. Il ministro rifiutò fermamente anche la proposta della delegazione sudtirolese di ribattezzare la provincia con "Tirol an der Etsch".
Infine venne raggiunto un compromesso: la denominazione tede­sca ufficiale per la futura regione sarebbe stata "Trentino-Tiroler Etschland".
De Gasperi si affrettò a precisare che il nome "Südtirol" poteva essere usato "liberamente e apertamente" nella lingua parlata come in quella scritta. Anche l’ambasciatore austriaco Schwarzenberg discusse "per più di un' ora con il presidente del Consiglio italiano; nemmeno “Etschländisches Tirol' gli pareva adeguato; il termine Tirol si è potuto salvare nell' uso ufficiale solo accettando l'odiosa espres­sione di “Tiroler Etschland".
Come ebbe modo di annotare Josef Raffeiner, segretario della Süd­tiroler Volkspartei, molti deputati delle sinistre e del Partito d'Azio­ne che parteciparono alla Costituente avrebbero visto di buon occhio anche la denominazione di "Tirolo meridionale", sebbene non nu­trissero alcuna speranza di vedere imporsi questa soluzione.
Malgra­do tutto, il governo italiano accettava finalmente la radice "Tirol" per denominare la porzione di territorio a sud del Brennero. Facile prevedere che "Tiroler Etschland" non si sarebbe mai affermato; si trat­tava, infatti, di un nome troppo artificioso, troppo riduttivo, poiché escludeva le zone che non facevano immediatamente parte del baci­no dell'Adige, ossia l'alta val d'Isarco, la val d'Isarco e la val Pusteria.
Il momento della riscossa si fece attendere ancora per quasi venti­cinque anni: la denominazione "Südtirol" fu ratificata ufficialmente solo con il secondo Statuto d'autonomia del 1972, anche se accom­pagnata dalla dizione ''Autonome Provinz Bozen", che ne riduceva la portata.
L’adozione del termine "Südtirol" nella pubblicità turistica, nonostante le proteste dell'Ente Nazionale Italiano Turismo, segnò un importante punto di svolta.
Ancora più significativa per la definitiva attestazione di "Südtirol" in senso geografico e amministrativo fu l'istituzione della nuova dio­cesi di Bolzano-Bressanone, deliberata dalla Santa Sede nel 1964. La bolla papale "Quo aptius" (6 agosto 1964) stabilì che la Provincia di Bolzano-Alto Adige/Provinz Bozen-Südtirol avrebbe costituito una nuova diocesi indipendente, circoscrivendo i confini dell'arcidiocesi di Trento entro quelli dell’omonima provincia.
Il provvedimento, tuttavia, decretò il passaggio dei decanati di Li­vinallongo e Ampezzo alla diocesi di Belluno, privandoli anche degli ultimi appigli che li tenevano attaccati al Tirolo, l'antica regione di appartenenza.
La denominazione "Südtirol" per designare l'odierna provincia di Bolzano ha conosciuto dal 1972 una costante affermazione. L’am­pliamento dell'autonomia provinciale, il successo economico e lo svi­luppo culturale della porzione meridionale del vecchio territorio tirolese hanno fatto di questo nome l'emblema dell’orgoglio locale, ma anche di un'inconscia arroganza, una presa di distanza dalle zone vicine.

3. La Süd-Tiroler Freiheit vuole ricordare che il concetto di “Alto Adige” riferito alla Provincia di Bolzano non viene usato né nell’Accordo di Parigi ché nello Statuto di Autonomia, essendo sostituito dalla più lingua forma toponomastica di Provincia di Bolzano”, rispett. “Provincia Autonoma di Bolzano”

Infatti: La denominazione riportata nello Statuto di Autonomia del 1972 (legge costituzionale dello Stato) e nelle successive leggi statali di attuazione è quella di "Provincia di Bolzano" o di "Provincia Autonoma di Bolzano", da accompagnarsi con l'omologa traduzione ufficiale in tedesco ("Provinz Bozen" o "Autonome Provinz Bozen").
Mi permetto ricordare a Cristina Kollmann che:

La COSTITUZIONE DELLA REPUBBLCA ITALIANA recita:
"La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano". L'Ente pertanto utilizza in tutti i suoi atti la doppia denominazione "Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige" (ufficialmente tradotto in tedesco nella forma "Autonome Provinz Bozen – Südtirol").

Athesis è da quattro anni che, “un giorno sì ed un altro pure” ossessivamente pone a chi di dovere nel mondo dei Südtiroler, la domanda:
“Ma perché odiare, discriminare, cancellare ovunque possibile il toponimo Alto Adige, se nel vostro DNA, alle radici della vostra storia, sta, - culla, nucleo, cuore della vostra Heimat - la “terra lungo l’Adige e fra i monti”, la “terra athesis”, das Land an der Etsch und im Gebirge”?
- se il nome di questa realtà storica precede quello dei Tirolo, ma anche lo accompagna come specificazione territoriale per distinguerlo dal Tirolo della Valle dell’Inn, e lo attesta nei documenti più importati della Contea del Tirolo, dalla sua nascita alla sua donazione ai Duchi d’Austria.?

Conclude Cristian Kollmann:

Alla Süd-Tiroler Freiheit importa diffondere il seguente messaggio: Südtirol non è “Alto Adige”. L’Alto Adige è e rimane l’etichetta fascista della prima ora. “Südtirol è, semmai, “Sudtirolo”.

Lasciamo stare Tolomei ed il fascismo, che già tanto hanno fatto soffrire gli “autoctoni” Südtiroler, lasciamo stare il francese “Dipartimento all’Alto Adige”, e rivitalizziamo invece il concetto di “Land an det Etsch und im Gebirge”/”terra athesis”/Terra lungo l’Adige e fra i monti anche sui cartelli di commiato lungo i nostri confini! Ne guadagnerà la nostra bella terra tanto amata ... almeno da chi NON “gioca” a seminar discordia.
E lasciamo l’Alto Adige agli “athesini” ed il Südtirol ai Südtiroler!

A Cristian Kollmann vorrei del resto anche dire:
se vi manca un buon argomento per la campagna elettorale provate a provocare i “Tiroler” nella Valle dell’Inn che usurpano questo termine. Essi sono a tutti gli effetti, semmai dei “NORDTIROLER”, mentre il puro termine di TIROL, patria e culla della dinastia, spetta agli “athesini”.
Che non vogliono essere dei SUB-Tirolesi.

Carlo/Karl Berger

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Karl... se proprio vi sta a cuore la cosiddetta "terra athesina" il termine giusto cmq non sarebbe alto adige...

Semmai Tirolo Atesino in italiano, se proprio si volesse fare qualche concessione.

Io sinceramente non ci vede niente di male nel battersi per una denominazione italiana corretta della nostra terra.

Trovo invece particolarmente offensivo il termine Subtirolo che tu usi spesso...

Karl/Carlo Berger - Athesis ha detto...

Caro Manfred Gasser,
io spendo tempo ed energie per spiegare la mia modesta opinione che NON è GIUSTO CHE NOI, QUI, nell'Etschland tedesco (Alto Adige) si debba essere una SUB-REGIONE,in senso politico, di un LAND TIROL,
ex "das Land am Inn", che con il Castello di Tirolo non ha nulla a che fare, e
Tu non ti prendi nemmeno la briga di leggere i miei ragionamenti suffragati dai più noti storiografi tirolesi..
Vedi p.es. questo qua sopra dal titolo "Südtirol o SUB-Tirol?"
Ma non t'accorgi che anche gli austriaci non volevano essere un SUB-Land?
Ho già ripetutamentente citato quanto scritto da Franz Huter (da notare che si tratta del famosissimo autore del preziosissimo TIROLER URKUNDENBUCH: I. Abteilung: "...zur Geschichte des deutschen ETSCHLANDES und des Vintschaus; I. Band: bis zum Jahre 1200"(la più importante raccolta di DOMUMENTI RELATIVI ALLA NOSTRA HEIMATGESCHICHTE).
In attesa che tu possa trovare il tempo di passare alla TESSMANN per consultare, o almeno farti un'idea della serietà ed assoluta attendibilità dell'opera, mi permetto trascriverti una "avvertenza", apposta da Huter a pag. VII del "Vorwort" che recita:
"Wir haben für den ersten Teil des Tiroler Urkundenbuches, das deutsche ETSCHLAND, d.i. die Gegend von der Salurner Klause norwärts über Bozen gegen Meran, und den Vitschgau,...weil dieses Gebiet den GESCHICHLICHEN KERN der GRAFSCHAFT TIROL als eines "eigegen Landesfürstentum des alten deutschen Reiches, und yugleich des HAUPTSTÜCK des geschlossenen SÜDTANDES des deutschen Volks- und Kulturbodens bildet."
Il che dimostra la centralità di questo territorio, la sua importanza storica ancor prima dell'affermazione di una "Contea del Tirolo" comprensiva del Land an der Etsch e del Land am Inn, tanto è vero che, in merito, il nostro importante storiografo Giuseppe Albertoni ha avuto modo di osservare:"La scelta territoriale di Huter (e Stolz) partiva da un PRESUPPOSTO NON DIMOSTATO di continuità culturale all'interno di precide aree. VENIVANO PROIETTATI NEL PASSATO i confini della futura Contea del Tirolo, senza tener conto di AGGREGAZIONI TERRITORIALI PRECEDENTI e DANDO PER SCONTATA l'OMOGENUITà E L'UNITà DI QUESTO TERRITORIO FIN DALL'ALTO MEDIOEVO...
Arriveranno un giorno i "Nord-Tirolesi della Valle dell'Inn" a riconoscere che il diritto primario di rappresentare il TIROL (senza nord, est o sud) spetta solo a NOI, gente della "terra Athesis". Ai tempi dell'ultima contessa tirolese, la Margaretha Maultasch "domina ad Actasis" il capitano di tutta la Contea del Tirolo, il cui titolo ufficiale era "Hauptmann der Herrschaft zu Tirol und an der Etsch" era spesso abbreviato con "Hauptmann an der Etsch"...
E avanti così...
Prova anche tu, caro Luk4S, a rifiutarti di essere considerato un "SUB" nei confronti dei STOLZEN TIROLER=Nordtiroler am Inn.! Vedrai che soddisfazione sentirsi un vero orgoglioso "Etschländer", ovverosia "ATHESINO"

Anonimo ha detto...

Karl scusa eh... ma a me sinceramente fa abbastanza sorridere questo voler affermare per forza di essere qualcos'altro.
Se vogliamo proprio essere precisi la Val Venosta ad esempio faceva parte della Svizzera... dovrei quindi sentirmi Svizzero?
La soluzione invece è molto più semplice... se ai tempi del Kaiser il Süd-Tirol era il trentino, al giorno d'oggi il Süd-Tirol corrisponde alla provincia di Bolzano. Punto. Ti ripeto: la giusta denominazione italiana dovrebbe essere Tirolo Atesino se proprio vogliamo ricalcare quello che tu scrivi...
ci sono un po' troppe contraddizioni nel progetto Athesis...
Se i SüdTiroler guardano al passato per la propria identità, Athesis guarda al tra-passato...

Anonimo ha detto...

a Luk4S

Sorridi, sorridi ....
[«risus abbundat in ore stoltorum...» ho letto da qualche parte: ma son sicuro che non riguardava te...]
A) «affermare per forza di essere qualcosa d’altro»
Con un forte pugno sul tavolo! Per svegliare i dormienti? Bravo!
E disse: “La Val Venosta ... faceva parte della Svizzera...” Sul serio?
Hai mai sentito parlare, per caso, in una bella osteria di Matsch, una cosa del genere?:
Scrive Joseph Kögl (“La sovranità dei Vescovi di Trento e Bressanone):
«Vinta l'opposizione dei principi dell’Impero, la via al principato di Carinzia era libera.
Per diventare principe dell'Impero MAINARDO II doveva provare, con il parere di due nobili, di non essere vassallo di un principe secolare: cosa che gli era contestata dalla Baviera.
Forniva la prova il vescovo di Coira il 20 gennaio 1282 con la famosa dichiarazione riferentesi ai tempi anteriori, che i conti di Tirolo habere domicilium et residere intra montana e che non appartenevano né al ducato di Baviera né a quello di Svevia, ma stavano immediatamente sotto l'imperatore dei Romani con competenza del tribunale aulico di Verona, essendo la contea di Venosta un feudo del vescovato di Trento appartenente all'Italia.
Mainardo stesso dichiarava di non aver preso mai diritto alemanno o bavarese, ma quello romano, cioè quello del re.
Mainardo creava allora un proprio statuto territoriale (Landrecht) »

B) «...dovrei quindi sentirmi Svizzero? » Magari! Ci starei anch’io!
C) «... se ai tempi del Kaiser il Süd-Tirol era il trentino, al giorno d'oggi il Süd-Tirol corrisponde alla provincia di Bolzano. Punto.
Cosa hai capito? si parlava che il termine SUDTIROLO (all’italiana), come scrive H. Heiss:
«Il Trentino, o Sudtirolo "italiano", era invece il complemento opposto alla parte "autenticamente tedesca" della regione, un'area meno fedele alla nazione, popolata da nomadi senza radici e dall'aggressività latente. » PUNTO! Oh!
D) «... la giusta denominazione italiana dovrebbe essere Tirolo Atesino se proprio vogliamo ricalcare quello che tu scrivi... »
E perché no? BENISSIMO! SEHR GUT! OK
Mi permetto ricordarti che la sola cosa che afferma, ed ha sempre affermato ATHESIS è la seguente: “Ma perché i nostri confratelli osteggiano, vogliono eliminare, eliminando già di fatto il termine “Alto Adige” se nelle loro radici, nel loro DNA, sono scritti in grandi lettere i termini geografici che si riferiscono al fiume Adige, se la denominazione “terra athesis”=”Land an der Etsch” è abbondantemente attestata nella nostra Heimat dal secolo XIII e quello XV ? » (vedi “cronologia da me pubblicata su questo portale!)

E) « ci sono un po' troppe contraddizioni nel progetto Athesis...»
Ti sarò infinitamente grato per una esatta elencazione.

F) «Se i SüdTiroler guardano al passato per la propria identità, Athesis guarda al trapassato...»
Bravissimo: ma come hai fatto ad indovinarlo? Ma la domanda è una sola: questo “trapassato” nella storia della nostra Heimat, conta o non conta?
È stato determinante il fatto che nel 1028 le “donazioni” ai Corrado II ai Vescovi di Trento e di Bressanone lo hanno separato dalla Baviera per farlo “dipendere direttamente dall’impero?
È stato determinante il fatto che i Conti di Tirolo erano gli “avvocati” dei Vescovi Principi?
E che poi lentamente hanno trasformato le giurisdizioni vescovili che essi dovevano, per conto del Vescovo, amministrare e difendere in domini propri confondendoli con i pochi propri possedimenti allodiali?
Ecc. ecc. ecc.
Senza la “donazione” della “terra athesis” ai Duchi d’Austria, nel trapassato, da parte della Margarethe Maultasch, gli attuali Südtiroler avrebbero una propria identità PAN-Tirolese, confusa indebitamente con quella della Valle dell’Inn?
Trapassato artefice di un’IDENTITÀ di “OBERETSCHER”, o di “ETSCHLÄNDER, o di “TIROLER ETSCHLÄNDER” o di “ETSCH-TIROLER”, o di “TIROLER AN DER ETSCH”, o di “ETSCHLÄNDISCHE TIROLER, cosa importa? Va bene, va benissimo, non era stato forse reso già ufficiale la versione di “
TITOLER ETSCHLAND”.
E allora perché da parte dei nosti fratelli Südtiroler quest’odiosa campagna contro il termine ai ALTO ADIGE ??? Ancora paura di Tolomei? Va valà, fammi ridere! Nella mia gioventù sono stati proprio i provvedimenti di Tolomei a negarmi ogni insegnamento della lingua tedesca. Ma altri, altrettanto odiosi provvedimenti (opzioni, campo di concentramento) fanno parte del passato o sono stati “trapassati” da certi fanatici.?
Caro Manfred Gasser, hai per caso letto il “Leserbrief” al Dolomiten di lunedì scritto da Franco Bernard di Merano? Se già non lo hai letto, e meditato, prendilo i mano, e rifletti.